La Juventus attraversa uno dei momenti più delicati delle ultime stagioni. L’ultimo successo bianconero risale al 13 settembre, quando la squadra di Igor Tudor aveva battuto l’Inter 4-3 in una sfida spettacolare. Una vittoria che sembrava fare da preludio a una rinascita, ma che col senno di poi si è rivelata solo una illusione passeggera.
Da quel giorno, la Juve non è più riuscita a imporsi: tra campionato e Champions League sono arrivati solo pareggi e sconfitte. Il KO di ieri al Santiago Bernabeu contro il Real Madrid, firmato dalla rete decisiva di Jude Bellingham, ha accentuato un malessere già profondo. Il Real, con questo successo, sale a quota 9 punti, mentre i bianconeri restano fermi a 2, lontani sia dalla vetta che dalla zona playoff. Il margine per rimediare c’è ancora, ma il tempo comincia a stringere e il cambio di passo appare indispensabile, anche in Serie A, dove la squadra fatica a trovare continuità.
Sette gare senza vittorie: un dato che preoccupa
Il trionfo nel Derby d’Italia sembrava aver restituito fiducia all’ambiente, ma la realtà racconta tutt’altro. Da allora la Juventus ha collezionato cinque pareggi (contro Verona, Borussia Dortmund, Atalanta, Villarreal e Milan) e due sconfitte (Como e Real Madrid). Sette gare consecutive senza vittoria: un dato che non si registrava dal 2009, quando Claudio Ranieri impiegò otto partite per ritrovare il successo.
Un primato negativo che Tudor ora rischia di eguagliare, se non arriverà una reazione immediata. E il destino, a volte, sa essere ironico: la prossima sfida potrebbe essere proprio contro la Lazio, squadra che il tecnico croato ha guidato per qualche mese nel 2024. Domenica, quindi, non sarà una partita come le altre. Sarà la prova del nove, quella che può segnare la fine della crisi o l’inizio di una vera e propria emergenza.






